DI MARC’ANTONIO BARBARO. 1573. 411 già lio scoperta la sua inclinazione alla pace, c insieme Ito detto quanto sia stata chiara cd aperta la trattazione e conclusione delle cose de’confini. Dalle quali cose tutte parrai che si possa e debba credere, l’animo del bassà, nella conclusione della pace, essere stato spinto dall’affetto particolare a promettere quanto fece, con animo di eseguirlo, ma che per gli accidenti succeduti da poi si sia trovato inviluppato. Perciocché fatta la pace, venne la voce a Costantinopoli dello stato e debolezza delle cose di qua, e queste cose si amplificavano forte, non meno per i dispareri e disconfidenze tra il Pontefice, gli Spagnuoli e la Serenità Vostra , che per molli altri disordini di questa Repubblica , c per la voce della necessità e miseria di Candia e delle altre isole. Tutte queste cose furono ampliate con poca carità dai ministri de’ principi a quella Porla ; e dai nostri ancora furono sparsi perniciosissimi semi, dimostrando la pace fatta esser stata vergognosa al Gran Signore, e che noi ci sarcssimo contentati di peggiori condizioni ; cose tutte, che aggrandite dagli emuli del bassà , lo laceravano in estremo. Oltre ciò , diede commodità c tempo d’aggrandirsi a tutti questi disordini la tardanza del giunger dell’ ambasciatore a Costantinopoli, nel qual tempo restò sospesa l’esecuzione della capitolazione dei confini ; perchè sebbene io, subito fatta la pace, richiesi più volte a V. S. l’ordine suo, non ebbi però mai avviso alcuno, per la qual cosa si andò divulgando a Costantinopoli che in Venezia pubblicamente si tenesse che mai i Turchi avrebbero rilasciali i confini di Dalmazia. E cosi queste voci cd altri of-ficj diedero occasione al sangiacco della Dalmazia e ad altri di Costantinopoli di andare aggrandendo queste opinioni, che posero il bassà in estrema confusione e timore. Per il che, mentre da principio aveva appena ardire di negare la promessa fatta nella capitolazione, cominciò ad andar ponendo qualche difficoltà, la quale andò sempre facendosi maggiore, confirmandosi egli per diverse vie esser vere le cose dettegli sopra le debolezze nostre. Attossicò ancora il nostro negozio la venuta di Mehemet bei a Costantinopoli, che confirmò pure il medesimo ; tantoché finalmente anco il bassà , vedendo come non