PREFAZIONE VII nare coll accurata informazione della persona e del carattere del sovrano, delle origini della famiglia e dello stato, delle attinenze di parentado, della qualità dei ministri, e finalmente delle intelligenze che correvano fra il potentato in discorso e tutti gli altri del mondo. La qualità degli uomini che la Repubblica adoperava in uflìcj di così grande importanza, e la gelosa custodia in cui erano tenute le Relazioni negli archivi secreti dello Stato, tantoché pare che gli stessi ambasciatori avessero divieto di ritenerne copia presso di sò, ci danno il più sicuro criterio della veracità ed indipendenza delle informazioni in esse contenute. Elettori d’altronde ed eligibili alla suprema dignità del- lo stato, i veneti senatori sentirono per lungo tempo troppo altamente di sè medesimi e della repubblica , perchè la devozione o il timore potessero in loro soggiogare od offuscar l’intelletto. Le Relazioni insomma, alle quali si riferisce il nostro discorso, son la parola di uomini consumati nell’esercizio dei pubblici negozj, di uomini che non a pompa ma a porte chiuse, e per sola reciproca istruzione, si ripetevano scambievolmente quel che avevano veduto ed osservato sulla gran scena del mondo, di uomini pei quali la conoscenza degl’ interessi universali e un vero amore di patria erano a un tempo istituto e tradizione. E veramente non si riscontra in cosiffatte scritture favore o disfavore sistematico verso di alcuno, non avventati giudizj, non ¡studiata ricercatezza di stile; sib-bene attenta e spassionata osservazione dei fatti, la misura della lode e del biasimo derivata con stretta deduzione da quelli, amore della chiarezza più assai che di una pericolosa eleganza. Vediamo il senno di consumati negoziatori non subordinare i fatti alle idee, o, per il vizio contrario, trascurar l’importanza dei generali prin-