304 RELAZIONE DI NAPOLI porla ducali 528,800 , cioè gli arcivescovati c vescovati ducati 439,170 , e i beneficj ducati 89,630 ; ma in ventitré anni ben si può credere che sia cresciuta di un terzo. Le città e terre demaniali, che vuol dire del dominio del re, sono 76, tutte 1’altre dei signori sono 1874, compresi gli arcivescovati e vescovati predetti. S. M. tiene 29 castelli, e i casali seno innumerabili, come si computano due milioni d’anime nel regno (1). Possiede il pontefice nel regno di Napoli la città di Benevento , ma gl’ istessi Beneventani non sanno dir come, onde è necessario ricorrere a diversi autori, se ben anch’ essi hanno scritto diversamente del modo com’ ella capitasse in potestà della Chiesa. Pure la maggior parte concorre in questo, che Carlo Magno, chiamato l’anno 773 da Adriano I contro Desiderio re de’ Longobardi, il cui regno restò estinto con la prigionia e morte sua , non solo confermasse la donazione fatta già da Pipino suo padre a Silvestro II, di Bavenna con cinque città principali sue vicine , ma vi aggiungesse il ducato di Benevento con territorio di dodici miglia intorno. Da allora in qua ne sono stati padroni i pontefici , avendolo sempre riservato nelle investiture del regno fatte a diversi re. È la città di Benevento lontana da Napoli 32 miglia , nella provincia di Principato ultra, con territorio per quattro in cinque miglia solamente. Ha 4500 fuochi, e non è città forte. Il pontefice vi manda un governatore, persona di qualità , e cava ducati 34,000 in circa all’ anno ; si governa per consoli ; 1’ arcivescovo ha 24 sutfraganei e 8000 ducati d’ entrala, e quando è penuria di grani ne riceve più di 12,000. Questa città apporta veramente due gran travagli ai viceré ; 1’ uno , perche dà ricetto a tutli i falliti e delinquenti di qualità di Napoli e del regno ; I’ altro, perché dal regno viene in quella asportato molta copia di grani con mollo danno delle circonvicine provincie. Per questo , tratto per Irrito, s’ odono querele dei mi- (t) Federigo Badoero , neHa sua Relazione di Spagna del 1557, ci dà la siessa cifra. Serie I, Tomo, IH, pag. 273. Abbiamo però verso il line della presenle relazione. clic il Regno, nel 1575, coniava 475,725 fuochi; lo che, secondo l’ordinario ragguaglio di cinque individui per fuoco, darebbe una cifra sensibilmenle maggiore.