DI FANTINO CORRARO. 1598. 357 mancando il fondamento delle gravezze, che consiste nelle entrate de’particolari e nelle facoltà de’sudditi, vien loro levata quelle via che sola rimarrebbe di cavar denari. Si trovavano bene raccolte nella casa di Savoia molte gioie , col mezzo delle quali potevano e solevano nelle loro urgenze trovar danari ; ma parte di queste sono state donate dalla splendidissima generosità del signor duca , e parte restano impegnate a Genova e a Milano. Il duca padre, vigilantissimo, e che molte volte aveva provato come fosse principale ¡strumento a tutte le cose Fopportunità del danaro, diede, subito tornalo in stato, principio ad accumularne ; e con tutte le spese che avea fatte per riparare ai danni e jatture patite, e per provvedere ancora ai pericoli che potevano nella medesima maniera succedere, lasciò alla sua morte 1,600,000 scudi ; ma il signor duca presente lutti li ha spesi e profusi con grandissima liberalità. Soleva il governo quasi in tutte le cose passare conforme a quello di Francia , del quale era esso un piccolo modello e ritratto ; ma rimesso che fu il signor duca padre in stato , pretendendo che fossero stati legittimamente spogliali dei loro privilegj quei popoli che si erano lasciati spogliare del loro naturai signore , volle, quasi in stato più tosto acquistato che ereditalo, restringendo la libertà ai sudditi, assumere nel dominio suo più assoluta potestà. Levò quindi molte cose che avevano apparenza di governo più comune, come la convocazione degli stati, e alcune forme di vivere quasi libero che erano in diverse città , come in Asti, e lasciò solamente i senati di Torino e di Ciamberì. Il governo di giustizia si tratta in questa maniera, che la prima instanza di tulle le cause cosi civili come criminali va ad un giudice, il quale o vien posto dal signor duca ovvero è feudatario ; la seconda ai prefetti, che sono 14, sette in Piemonte e sette in Savoia; la terza al senato , e l’ultima a S. A , che la rimette poi al-l’istesso senato o al consiglio, capo del quale è il gran cancelliere , «che serve di qua e di là da’ monti con l’aiuto d’altri ministri a lui subordinati. Le cose poi di stato si terminano e si definiscono assolutamente per il parer solo del signor duca, il quale sebbene è solilo di chiamare spesso il consiglio, oltre