166 DELL' HISTORIA 1571 ro condurli in altri luoghi , donde levando a’nemici le F/oÌ!vlZ'- Sent* da remo, «Se qualunque altra commoditàdi rinova* »mila fu* re , ò accrefcere T armata, rimanelfero impediti, Se diftur-Ì2Tà'ftrlf- bati i loro difegni. Tuttavia perfeverando il Veniero nel* ftrifctconi* ]a fua fentenza, fi levò nel principio del mefe di febraro tutta T armata Vinetiana , Se fi conduife all’ ifola , over promontorio dell’ Albania, detto anticamente Leucade , 157z Se hoggidì Santa Maura ; il quale per breve fpatio dalla terraferma , per opera de’ Corinthj antichi habitatori di quel paefe divifo , viene hora con un ponte alla terraferma ricongiunto. Era de’ noftri la prima cura, impedire , che non entraife nella fortezza alcun foccorfo, fperando, che improvifamente aifalita da terra, Se da mare, Se tro-vandofi con poco prefidio, doveife facilmente cadere loro nelle mani . Però fu al Proveditore Canale dato carico di farfi innanzi con tredici galee, & di rompere il ponte, intorno al quale furono porte molte barche armate per dii-turbare i cavalli , che guadando cercaifero di paifare fo-pra l’ifola, onde reftaifero privi i nemici d’ogni foccorfo. Le quali cofe così ordinate, Se sbarcati già molti fanti , Se cavalli ,. andarono il Generale Veniero, Se il Colonnello Roncone, il quale teneva all’hora iupremo , Se particolar carico delle genti di terra in quefta imprefa, a rivedere il fito ma ritrovando già molti cavalli de’nemici, che correvano il paefe, con i quali convenne loro fcaramucciare con perdita d’alcuni de’ fuoi > furono coftret-t! a ritornarfene , non havendo ben potuto confiderare quanto a ciò era bifogno ; ma tuttavia affirmando , per Cluant:(> havevano dalla prima vifta comprelo y eifere il fito dì$c*h*più forte » che non era loro rtato rapprelentato , Se però dover l’imprefa riufeire più difficile . Laquale difìicultà facevaiì molto maggiore , per eflere il primo difegno riu* feito vano ; peroche le barche porte alla guardia per impedire i foccorii, non havendo per le fecche dell’ acqua potuto metterli tanto innanzi, quanto era bifogno , lafcia-rono potertà a’cavalli, Se a’fanti de'nemici di guadare lo rtagno , Se ingroifando i prelìdii, d’aificurare la fortezza.