DI PIETRO DIODO. 1598. 139 cosa che non si è fatta nè in tutto nè in parte , non per altro se non perchè il re, travaglialo per tanti versi , non n’ ha avuto il tempo nè il modo. Queste diffidenze furono anco causa che dovendo la regina mandar certo numero di soldati per aiuto delle cose di Piccar-dia , non lo facesse se non assai lardi, e che per difetto di soccorso Cambray se ne passasse in potestà de’ Spagnuoli (1); che se S. M. vi avesse avuto gente, essendo subito accorsa in posta da Lione a Parigi con grande incomodo della sua vita e con aver lasciate imperfette tutte le cose sue, al sicuro quella piazza non si perdeva ; perchè intendendo gli Spagnuoli la sua venuta, il conte di Fucutes particolarmente voleva levar 1’ assedio , e se Rona , di nazione Lorenese, ma per abitazione suddito di Sua Maestà, non 1’ avesse dissuaso , al sicuro 1’ avria fatto. Non si può negar che queste cose non portassero all’ animo del re disgusto notabilissimo, ma essendo nelle necessità estreme e maggiori, convenne anch’ esso andar dissimulando, e fare come i buoni medici, che dagli animali e dalle piante maggiormente vencnosc compongono la teriaca e gli altri medicamenti che adoperano contro il veneno. Così fece S. M., perchè dissimulando tutte queste cose mandò Lomeni (2), segretario del suo gabinetto, in Inghilterra per procurar nuovi aiuti ; ma essendo proceduto costui un poco più sinistramente che i bisogni e il tempo non ricercavano, in cambio di ordinare , quasi confuse il tutto. Perchè essendo andato con pretesto , se il suo re non fosse stato aiutato, che avria fatta la pace con Spagna, ed altro, alterò grandemente l’animo della regina, onde aperse maggiormente la porta al tesoriero di fare officj contrarj , e si convenne alfaticar e travagliar assai dai ministri di lei per acquietarla ; dal che nacquero poi le missioni degli ambasciatori e le tante cose che succederono. E conoscendo il re che il dimandar aiuti in particolare non gli portava se non pregiudicio per le esorbitanti proposte fatte (1) Il 9 ottobre 1595. (2) Questo Antonio di Loménic, morto nel 1638 , lasciò alla Biblioteca Reale la preziosa raccolta di documenti storici conosciuta sotto il nome di Fondi de Briehne.