DI PIETRO DIODO. 1598. 147 della quale si venne ad una tregua, la quale ebbe da principio molte difficoltà. 11 re la voleva lunga, come mi disse, almanco per sei mesi, e il duca la desiderava breve; Sua Altezza per avvantaggiarsi con le forze del Cardinal d’ Austria , il quale già si intendeva essere a Genova, e S. M. per assicurarsi che passasse in Fiandra innanzi che la tregua spirasse. E sebbene il re non potè per questo verso ottener assolutamente l’intento suo, 1’ ebbe però per un altro ; perchè passarono i suoi ministri il negozio tanto innanzi, che si lasciarono condurre, sotto la promessa, che ora dirò, data dal barone d’Armans (1), e anco, per quanto mi disse il signor di Bellievre, dal conte Francesco Martinengo (2), a segnar una capitolazione, la quale fu che il re si sarebbe contentato di ceder al duca il marchesato liberamente, ma a condizione che S. A. desse in cambio a S. M. alcune terre in Bressa e 100,000 scudi, ovvero il vicariato di Barcelonetta e 300,000 scudi (3). E sebbene Sillery (4) nel principio non volesse farlo se non si dichiarasse prima che S. A. dovesse tenerlo in feudo dalla corona , tuttavia affermando il barone e il conte che questo non si faceva ora solo per dar con questo soddisfazione agli Spa-gnuoli, e per servizio del duca istesso , ma che nel resto S. A. in scrittura a parte 1’ avria riconosciuto dal re, si risolse Sillery , sebbene non aveva mandalo , per venir al suo intento delle tregue, di compiacerlo ; ma però il tulio fallo sotto il buon piacere di S. M. Così sperando i ministri del duca di poter concluder la pace per questo verso , e far anco sottoscriver le scritture al re, si contentarono di prorogarle ; in modo luzzo falla da Carlo Emmanuelc nel 1589. Ciò che qui c dello di questa lunga contenzione serve a maggiormente illustrare quanto è discorso in tal proposito nelle relazioni di Savoja e in quella dì Francia del Vendramin dell’anno 1600. (1) Il barone d’Hennance, governatore del Ciablese per Carlo Emmanuele. Morì poco dopo la conclusione della tregua di Bourgoin segnata il 6 novembre 1595. (2; 11 Martinengo non era nativo degli stati di Savoja, ma dell’illustre famiglia di Brescia di questo nome. Fu gran scudiero e luogotenente generale di Emmanuel Filiberto, il quale lo insigni, nel 1576, dell’ordine dell’Annunziata. Servì ancora Carlo Emmanuele in lutto il periodo delle guerre cui diede luogo l’occupazione di Saluzzo, e morì generale della cavalleria di Genova. (3) l'n poco più avanti dice 500,000. (4) Niccola Bruslart di Sillery fu adoperalo da Enrico nei più importanti maneggi diplomatici, e fu, nel 1607. nominalo cancelliere di Francia.