- 36 - l'Itc aveva riddilo la sua famiglia in vassallaggio, fu costretto « convertirsi all’islamismo assumendo il nome di Iscander (Alessandro); eblx- poi il titolo di beg, onde la sua denominazione di Scaxdkrrkc. Nel 144J, t rovandosi combattente a Nissa contro il re lutdislao d’Ungheria, con uno stratagemma riu-sci a fuggire e ritornato alla fede cristiana si impadroni l’anno segueme della riKxa di Croia, sua città natale, riconducendo al Cristianesimo quella gente e ponendosi a capo del tentativo di riscossa iniziato da altri signori albanesi per liberare la patria dai Turchi. Si vide cosi, per l’ascendente morale di quest'uomo d'eccezione, stringersi attorno a lui in un solo fascio tribù divise e nemiche da secoli in uno solo fascio d’azione per la difesa contro il nemico del patrio suolo. Convocala ad Alessio, nella primavera del 1444. la •• Lega dei popoli albanesi », a cui aderirono coi signori feudali di tutte le parti d'Albania (Musaceli*. Spano. Ducagini, Topin, ecc.), anche il principe del Montenegro ed i governatori veneziani di Alessio, S utari e Durazxo, venne proclamato dalla l.ega •< Capitano generale d'Albania », iniziando subito la lotta contro il Sultano. Invano Murad II inviò in Albania un polente esercito, che fu ripetutamente s»«»nhtto dagli insorti, come non ebbe esito l'assedio di Croia nel 1450. l’er quanto la Lega comprendesse la ■ (»rande Albania », e obbedissero al Capitano i signori di Kosovo, Novi Bazar, Melohja, Dibra, Orridi, Giannina ed Aria, le forze da lui messe in campo erano irrisorie di fronte agli eserciti turchi a cui doveva tener testa; ma egli non fu mai IkiIIuIo. neanche (piando i nemici ricorsero al tradimento e alla sorpresa. Nella sua epica e leggendaria lotta contro l'oppressore il Castriota trtnò gener«»o appoggio non solo da parte del Pontefice Pio II e degli Aragonesi Re di Napoli Alfonso e Ferdinando, ma specialmente dalla Repubblica di Venezia che gli inviò in un.i sola volta 1.1000 uomini e la flotta in suo aiuto.