56 RELAZIONE DI FRANCIA persona , ritirandosi quanto può, c il duca mette ogni suo pensiero per travagliar negli affari del mondo, per divenir più grande, e re se potrà. Insomma quello che piace ad uno dispiace grandemente ed è biasimato dall’altro, essendo fra di loro una estraordinaria differenza in tutte le cose. E qui non voglio lasciar di raccontare un bel ragionamento che fecero insieme questi serenissimi, discorrendo un giorno fra di loro, con ragioni e pareri diversi, se la impresa di Fiandra fosse utile per la Francia o no , cercando ognuno di essi di tirar l’altro nella opinion sua, siccome dal Cardinal Birago (1), che fu presente, mi è stato particolarmente riferito ; il che fu quando gli stati di Fiandra, nella perdita di Mastrich (2), lo chiamarono di nuovo offerendogli le città e altre cose assai avanti che si movesse di casa. Diceva 1’ Altezza Sua esser cosa molto chiara che nel regno di Francia non sarà mai pace nè quiete, se non si risolve il re a far o permetter che si faccia qualche impresa fuori, e tale che vi si possano condurre non meno i Cattolici che gli Ugonotti ; che niuu’ altra poteva esser più giusta, facile, utile ed onorevole di quella di Fiandra , poiché quella provincia è di ragione della corona di Francia, e i Fiamminghi domandavano ajuto per liberarsi dalla tirannia degli Spagnuoli, a’quali sono talmente aperti e insanguinati nemici, che non possono mai più confidar in loro, onde per liberarsene avrian fatto qual si voglia partito con Francia; la quale solamente levando i viveri che vanno all’ esercito spagnuolo, si potria quasi dire d’ aver vinta la guerra, aggiungendo che la maggior parte dei principi del mondo avriano carissimo che si abbassasse tanta grandezza, la quale ogni giorno più disegna farsi maggiore con la ruina d’altri ; onde non era da perdere sì bella occasione mai più rappresentatasi ai re passati, poiché i Fiamminghi offerivano, si può dir, carta bianca. (1) È lungamente discorso del Cardinal Birago nelle precedenti relazioni di Francia. (2) Dopo un assedio di Ire mesi, Alessandro Farnese, succeduto nel comando dei Paesi Bassi al defunto don Giovanni d’Austria, prese d’assalto Maeslricht nel giugno di questo stesso anno 1579.