290 RELAZIONE 1)1 FIRENZE 1)1 T. CONTARINI. 1588. vigazione delle galee, che potesse partorir disgusti ; ina questa dovendosi regolare secondo i giusti rispetti di questo Dominio , sarà troncata ogni materia di discordia e di diffidenza. Le cose che possono mantener l’amicizia dipendono dalla volontà dell’ uno e dell’ altro principe, e sono queste i buoni ollicj che sogliono farsi dall’ uno verso 1’ altro, e le dimostrazioni d’amore e di onore che si usano secondo gli avvenimenti d’allegrezza o di mestizia che occorrono alla giornata. E principalmente si avverta di risponder alle lettere di qualche domanda che faccia S. A., perchè so che ha maggior dispiacere di non aver risposta che di aver repulsa; e questo non lo dico senza causa. Si riguardi anco bene a due cose, che pare, per quanto ho compreso, che siano molto a cuore al Granduca, L’una è di stimarlo come principe indipendente da altri, perchè mi disse una volta, ragionando in proposito della navigazione delle sue galee, rispondendo a quello che io gli ricercava, che voleva gratificar questa Repubblica che conosceva grande e potente , e che quello che non facesse a instanza sua, non faria a contemplazione di qual si voglia grandissimo principe, perchè, soggiungeva, io son libero nò conosco superiore. L’altra è di amarlo come figliuolo, e per tale nominarlo, onde il secretano Vinta si dolse col mio secretarlo che, nella lettera credenziale della Repubblica, il Granduca non fosse nominato figliuolo, come con tal titolo furono chiamati suo fratello e suo padre. Di queste due cose la seconda apporta onore a questa Repubblica perchè la figliolanza significa inferiorità, obbedienza e dipendenza , e la prima non pregiudica in parte alcuna alla dignità di questo Dominio. Essendo dunque i mezzi da conservar l’amicizia facili ad essere usati e posti in atto, non sarà difficile con queste cose accrescer la buona disposizione degli animi, e stringer sempre più questa corrispondenza.