328 RELAZIONE DI NAPOLI cose commestibili ; ha 60 officiali, carcere e autorità di mandar in galera. Il governo civile viene amministrato da un tribunale detto il sacro consiglio regio, ovvero di Santa Chiara e di Capuana , ordinato dal re Alfonso I d’Aragona, al quale consiglio cadono in appellazione le giudicature civili e criminali della corte della Vicaria e d’altri magistrati. Al presidente di questo consiglio, mentre siede in tribunale, si dà titolo di Sacra Regia Maestà, e costui ha carico di provvedere e decretare le suppliche, che sono presentate per l’amministrazione della giustizia e per l’espedizione delle sentenze, e i decreti appellativi. A questo è anco annesso il protonotariato, per il quale ha autorità sopra tutti i notari. Ora esercita quest’officio Vincenzo de’Franchi regnicolo. Entrano in questo consiglio 17 consiglieri ; al presente sono quattro spagnuoli e tredici italiani ; quindici sono divisi in tre rote, e due vanno ad tempus in Vicaria per le cause criminali in appellazione. Di più v’è un secretano e tredici mastridati che formano e custodiscono i processi. La regia camera della Sommaria, instituila da Alfonso I, è quella dove si tien conto delle rendite regie, e si giudicano le cause fiscali, o che vertono fra feudatarj , delle quali non v’è appellazione. Il capo si dimanda luogotenente del gran camarlingo, che ora è Ferrante Fornaro pugliese; gli altri che entrano nella Sommaria, sono sei presidenti dottori, tre spagnuoli e tre italiani, e tre presidenti di roba corta, chiamati gli Idioti, i quali sono cavati dal numero dei 18 ra-gioneri di detta camera. Vi sono, oltre di questi, un avvocato fiscale, un procurator fiscale, un secretano, un cancelliere , tre mastridati, sette scrivani ordinarj, un conservalor dei regj registri, un precettore delle significatone, un portiere a cavallo, dieci altri per la città , e in fine 22 attuarj o aiutanti delle cause. V’ è anco il tribunale della regia zecca, ove si giudica dei pesi e misure, e delle fraudi di quelli che vendono cose false. Vi è poi la gran corte della Vicaria, dove si esercita giustizia civile e criminale in prima istanza , cosi detta dal re Roberto, che dichiarò il figliuolo vicario del