DI PIETRO DUOOO. 1598. 219 potersi metter all’ ordine e seguitarlo, e particolarmente uno dei quattro governi che vacavano allora , Provenza , Debbialo , Lionese, e Isola di Francia, il re glielo negò; e ¡stando S. E. per sapere la causa di questa negativa, poiché tutti gli altri principi del sangue erano provveduti di qualche governo da lui in fuori, gli rispose che procedeva seco di quella maniera perchè non gli dava occasione di fidarsi di lui. Queste parole furono un fuoco posto nella polvere dell’animo del conte, onde sdegnato e malissimo soddisfatto se ne ritornò a Parigi, con risoluzione, come disse a S. M., di non servirla più, se non gli dichiarasse la causa di questa sua diffidenza. La ritirata del conte diede occasione di nuovo ai suoi nemici di spingersi innanzi, e di dare ad intendere al re che facesse pratiche per Parigi per sollevarlo, il clic pose in necessità S. M. di ritornarsene quivi un giorno all’ improvviso, ma in efFelto trovò esser tutto falsità. Andò il conte, come era suo debito, a vedere il re, il quale era alloggiato alla casa della regina madre, senza mostrar pur por pensamento di saper quello che fosse venuto a fare. Sua Maestà lo chiamò, e dopo qualche ragionamento che passò fra di loro, l’invitò a andar seco in Borgogna. Stette saldo il conte sulla prima proposizione, escusandosi con dire che non gli avrebbe mai dato if core di servirla, nò a S. M. di servirsi di lui, se prima non fosse sincerata della sua fede, supplicandola riverentemente di manifestargli la causa di questo sospetto, perché se fosse falsa avesse causa il re di restare sincerato e lui giustificato, c se vera , di esserne severamente ed aspramente castigato. S. M. finalmente , dopo molte parole, gli promise che glielo avrebbe dello a Troyes, e che quivi s’avviasse dietro a lui. Obbedì il conte, sebbene era risentito, e montato in carrozza andò dove gli fu comandato. Quivi trovò il re essersi partito per la volta di Dijon, non avendosi potuto fermare che per ore in quella cillà. Non per questo il conte lo seguilo, perchè innanzi che partisse di Parigi aveva detto chiaro al re, che di là da Troyes non sarebbe andato pur un passo se non gli avesse scoperta la diffidenza dell’animo suo. Parlila S. M., mandò a dire a S. E. che le avrebbe fallo dichiarirc la sua