DI PIETRO DIODO. 1598. 133 inimica nè dell’ assoluzione, ma solo si dissero queste parole : che essendo cessate le cause per le quali era stato proibito ai sudditi di andar a Roma per le provvisioni dei beneficj, dietro la riconcigliazione del re con Sua Santità, esso comandava ec. E con tutto questo nell’ approvazione eccettuarono tutte le provvisioni dei beneficj, che, durante i torbidi, furono fatte per decreti del parlamento. In somma la Francia non ha mai voluto ammetter questo punto, che i loro re possano esser scomunicati ; e se a questi tempi Sua Santità finalmente non dava l’assoluzione al re, si avria corso pericolo di veder qualche importante disordine , se S. M. non fosse stata di cosi santa e ottima intenzione com’era, e consigliala ed assistila sempre da signori pieni di religione e di pietà , i quali sempre 1’ assicurarono che in fine 1’avria ottenuta; e tra questi fu specialmente il Cardinal Gondi. E vero che nel principio che venne da Roma durò molta fatica in far creder quanto fosse buona la volontà del pontefice, dal che nacquero tante lunghezze nello spedire il vescovo di Evrcux (1), volendo esser prima mollo ben certi che non avriano mandato indarno, e per non tirarsi adosso la quarta indegnità, come avevano fatto tre altre volte con grandissima derisione de’ loro nemici. Agli eretici piaceva questa discordia, perchè speravano che in fine dovesse parlorire una risoluzione in S. M. di dichiarare in Francia un primate della chiesa gallicana , in che molli di loro, cosi cattolici come eretici, senza dubbio sariano concorsi, e da qualche cattolico era grandemente desiderato. Ma essendo succeduto il contrario , e che per grazia di Dio S. M. si sia cosi bene unita con la Santa Sede, ne vivono per ciò con grandissima gelosia. Venne poi la nuova dell’ elezione del legato (2), e questo (1) Qui accenna ad Arnaldo d’Ossat, che fu a Roma uno dei procuratori della causa di Enrico IV; ma cade in errore a dirlo vescovo di Evreux, mentre all* epoca di questa relazione era vescovo di Bayeux, pur della diocesi arcivescovile di Rouen. Il 3 marzo di questo medesimo anno 1598 fu poi promosso cardinale da Clemente VII I ad istanza dello stesso Enrico IV. Le sue Lettere direlle aTilleroy sono celebri appresso i diplomalici. Morì nel 1604. 2) Alessandro de’Medici sopradetlo.