1>I TOMMASO CONTARINI. 1588. 277 molti successi visti c provati, ha conosciuto l'incostanza della fortuna e le vicissitudini delle cose, onde conosce e stima le persone secondo le qualità e il merito di esse. Ha provato quello che importi dipender da persone che, essendo per ogni condizione infime, gli siano fatte o superiori o pari , tollerando con animo molto pacato questa tanta inegualità e dando segno di prudenza. E d’ingegno acuto , e presto intende le cose e conosce le persone. Tratta gravemente e dolcemente i ne-gozj. È affabile nel conversare, e secondo la diversità delle persone va trattando con esse. E perito negli artificj che si soglion usare nei negozj , essendo stato erudito dalla lunga esperienza che ne ha avuto in Roma , onde riesce nel negoziare non solo cauto, ma sicuro. Vive con riputazione e con grandezza, non essendo facile l’adito dei suoi sudditi nè dei suoi ministri alla sua persona. Non abbandona i negozj, ma non ama molto i travagli ; conosce la felicità del suo stato, e attende a conservarlo, nè pensa di molestar altri. Non gli dispiacciono i trattenimenti piacevoli, onde si trattiene nella conversazione e nella libera pratica dei suoi famigliari. Si diletta della caccia , e siccome negli apparati di questo esercizio spendeva molto in Roma, così adesso , avendo maggior comodità, farà maggior spesa. Si compiace intender le cose del mondo , ha avvisi da Costantinopoli, è informato della guerra di Persia, e mi disse che quel re ha bisogno di danari, e che i principi cristiani dovriano somministrargliene; il chcsi potria fare per via d’Ormus, dove diceva aver corrispondenza. È entrato nel governo con gran fama di liberalità , la quale però usa nelle cose che riguardano la sua dignità e sa-tisfazione, ma non spende così profusamente come per avanti faceva. Ha accresciuto le spese della casa , e accresce quelle della stalla facendosi venir cavalli eccellenti da diverse parti, dei quali altrettanto si diletta quanto dal predecessore erano disprezzati. Procura di dar satisfazione al popolo , facendo castigare i ministri odiosi e ordinando che sia scemato il prezzo del frumento. Non si serve di gentiluomini fiorentini, giudicando che sia pericoloso avvezzarli a cose grandi, e che sia più utile che attendano alle loro industrie.