324 RELAZIONE DI NAPOLI Per ciò fu l'alto solo un poco d’inquisizione segreta, perchè Sua Eccellenza temeva grandemente la rivolta popolare. Ha continualo nove anni in tal carico, perchè ha avuto la mira a due cose ; di tener in quiete Napoli, e di presentar in corte. Ha tenuto in quiete la città dando molte soddisfazioni al popolo, e usando dimoslrazioni d’onore e d’amore ai titolati, chiudendo gli occhi alle imperfezioni della nobiltà, e dando governi di terre a Napoletani, che si solevano dare a Spagnuoli, per il che la ciltà alcune volte dimandò la sua confirmazionc nel governo del regno , e l’ottenne facilmente per le dipendenze eh’ esso aveva, e per i favori acquistati con i donativi. Nel molto tempo che governò ha dispegnato i beni della moglie, e ha investito per 24,000 ducati ancora d’entrata, che in tutto sono 64,000 ; e come è comune opinione, ha guadagnato intorno un milion d’oro con bellissima maniera, perchè nella città mai ha voluto far cosa dalla quale si potesse stimare eh’esso ne fusse per cavar utile, ma fuori ha avuto, si dice, le mani nelle tratte dei grani e in tutte l’altre cose. Ernando di Majorca , suo secretano, guadagnava 25,000 ducati all’anno dello scrittoio , senza i presenti, e si ha per cosa certa che pagava ogni anno alla viccregina 6000 ducati , ai secre-tarj del viceré cento ducali al mese, cinquanta per ognuno, e a Sua Eccellenza 10,000; il restante avanzava, avendo aggregato allo scrittoio l’espedizione di cose insolite e di pagamenti indebiti, onde si è tanto arricchito che ha fatto 12,000 scudi d’entrata. Don Giovanni è di natura altiero, onde essendo venuto in Napoli il principe figliuolo del duca di Baviera, non fece alcun segno d’onorario, con tutto che sia di casa serenissima e che ha avuto imperatori. Con i cardinali non ha mai ammesso parità alcuna, non avendo voluto visitarli. Convitò ad un palazzo in Chiaja a desinare il Cardinal Gesualdo, e lo fece sedere alla sinistra; il che inteso a Roma, scrisse il collegio de’cardinali una risentita lettera al viceré e a Gesualdo, onde ne restò il secondo vergognoso e il primo collerico. Quando gli fu mandato per successore il conte d’Olivares, fu da lui trattenuto a Pozzuolo ventisette giorni, ne’quali si sa per cosa certa che d’espedizioni, di concessioni,