DI GIROLAMO LIPPOMANO. 1579. 41 per sigillo d’ogni cosa chiamava di nuovo Casiiniro (1) in Francia a favor suo. Onde il re, entrato in gran sospetto di qualche nuova trattazione e congiura , si risolse d’ armare. Così l’Altezza Sua, per manco male, si ritirò ne’ suoi stati aspettando la venuta della regina madre, la quale, sebbene non ha potuto condurlo iu corte, pur si spera che accomoderà in qualche maniera le cose ; e mi fu detto che trattavano di dargli il nome di luogotenente generale, ma che l’Altezza Sua non potesse comandare alcuna cosa principale senza espresso ordine e scrittura del re. Or vedendosi le cose del regno in gran confusione, fin quando monsignore era in Fiandra, essendosi diverse provin-cie sollevate, ma sopra tutte la Guienna, Linguadoca, Provenza e Delfinato, come più infette delle altre, si risolse la serenissima regina madre , con occasione di condur la figliuola Margherita (2) al re di Navarra suo marito , di passar in quelle parti, dove finalmente s’accomodò al meglio che potè con gli Ugonotti ; il che, per dir il vero, fu stimato più tosto impiastro lenitivo che vero medicamento. Pensò ancora la regina di potersi abboccare con il re di Spagna, e trattar seco il matrimonio d’ una di quelle figliuole con monsignore ; ma il Cattolico non volle attendervi, e nè meno mandar le principesse a’confini, come desiderava grandemente la regina di vederle, sondo pur figliuole di una sua figlia. In questo mentre il maresciallo di Bellaguarda , mal contento di non esser più favorito e adoperato come prima, e di non aver altro governo che della terra di Carmagnola in Piemonte , intesosi con gli Ugonotti di DelGnato e altri di quelle valli, che lo soccorsero di gente, fece quei motivi che ognuno sa, e che diedero tanto allora da sospettare (3) ; perchè da ogni parte si dubitava, dicendosi in Italia che il (1) Giovanni Casimiro fratello dell’Elettore Palatino. Veggasi la citata Relazione di Michiel* pag. 390. (2) Di Margherita di Valois è discorso nella seguente relazione del Duodo. (3) Intorno a queste mene del maresciallo di Bellegarde veggasi il copioso discorso che ne fa Francesco Barbaro nella sua Relazione di Savoja del 1581, da noi recata nel Tomo V della Serie 11, pag. 86 e seg. ; alla cui testimonianza aggiunta la presente, si ha un sufficiente lume intorno un fallo rimasto ancora assai tenebroso, come dice il Sismondi nel cap. XXV della parte VII della sua Storia de'Francesi. Appendice. 6