DI PIETRO DUODO. i 598. 22o papa avesse assoluto il re subito dopo clic si fece cattolico in San Dionigi, e. prima che entrasse in Parigi, al sicuro si saria attribuito all’ assoluzione l’esser venuto dopo quasi tutto il regno alla sua obbedienza. Ma l’esser stata data in tempo eh’ egli era padrone quasi del tutto , c già accordato anco col duca d’Umena, ch’era il capo della medesima unione, sebbene non volesse che si pubblicasse il suo accordo se non dopo, come mi disse il re a Lione, ha fatto loro credere che quella, anche non data, non saria stata in fatti sufficiente per levargli la corona ; e all’ incontro lodarono e- commendarono grandemente V. S., che , subito fatto cattolico il re , mandasse a riconoscerlo, sebbene ancora il pontefice non l’avesse assoluto; il che fu un punto da loro benissimo osservato con gran laude della prudenza dell’ EE. VV. Sua Maestà, nella manifestazione di quell’ affezione che può portare alla Santità Sua e alla Santa Sede, va molto pesato, e se nel particolare e nel-l’intrinseco in certe cose procura di dar di se ogni soddisfazione al papa, nel farlo palesemente però anderà molto circospetto per causa degli eretici, i quali pur troppo temono, se il papa acquista maggior autorità sopra di lui, che noi persuada appresso a fare la guerra contro di loro. Questo fu anco causa, oltre al mancamento del denaro , e qualche altra cosa eh’ io scrissi, che il fece tardare a mandare, dopo l’assoluzione, l’ambasciatore a Roma , perchè allora cominciavano a bollire le cose degli eretici, e per non ingelosirli d’avvantaggio bisognò , sotto varj pretesti, andar differendo la missione fino che parve sicuro il poterlo fare senza pericolo. E se fu sentita strana per un pezzo a Roma questa tardanza, bisognava anco che considerassero un’ azione tanto importante e così necessaria non poter esser prorogata dal re che per qualche gran ragione toccante l’urgenza degli interessi del suo reame, come poi dopo avranno compreso. E se fosse dipenduto dal parlamento, non si saria forse manco mandato il vescovo di Evreux (1); perchè siccome non approvò mai l’escomunica-zionc, così anco tenne sempre per superflua l’assoluzione, I Arnaldo d'Ossat. Veggasi addietro a pag. 133-Appendice.