38 RELAZIONE DI FRANCIA di volerlo impedire (1). Nò credano le SS. VV. EE. che questa fosse finzione per mostrare al re di Spagna che il Cristianissimo non consentisse alle operazioni del fratello, come alcuni andavano pur dubitando; perchè, per i tanti particolari che io ne so, avendo trattato e penetrato in questo negozio, posso affermare che il tutto si fece non solo senza partecipazione , ma conira il volere ancora delle maestà loro. Ben è vero che due cose si devono considerare in questo fatto; 1’una, che volendo monsignore adoperar l’armi, fu stimato poi manco male che lo facesse fuor di casa, che nel proprio regno ; l’altra, che essendo andato di già in Fiandra così di nascosto, e trovandosi in essere tanta quantità di gente come aveva, si risolse il re, meglio consigliato, a non impedirlo di quella gagliarda maniera che forse avrebbe potuto fare, dubitando che, non riuscendo le cose nei Paesi Bassi nel modo che si persuadeva, sdegnato dappoi non ritornasse a metter in confusione tutta la Francia, come quasi seguì. Oltre che, armandosi la Maestà Sua, come era bisogno di fare, gagliardamente e presto volendo opponersi al fratello , metteva in armo e divisione tutto il regno con grandissimo disavvantaggio suo , perchè ognuno allora inclinava al-l’andare nei Paesi Bassi. E veramente giunto in Mons, e dato ordine che 1’ esercito si radunasse insieme a quei confini, fece monsignore spaventar il mondo con la fama che ogni giorno più s’accresceva di questa impresa, e col notabile soccorso di tutte le parti di Francia che da principio lo seguiva. Temeva il re Cristianissimo per ogni rispetto, e dall’ altra parte molto più temevano gli Spagnoli ; onde il signor don Giovanni d’Austria ebbe a dire allora a’ suoi confidenti, come s’intese, che la Fiandra si poteva chiamar del tutto persa. Questi motivi, come principj di gran rovine alla Cristianità, mossero la Serenità Vostra, ed altri principi ancora, a mandar ambasciatori a Sua Altezza (2) e far gagliardissimi (1) Il «luca si parli da Verncuil la notle del 7 luglio 1578, ed entralo in Mons nei primi d’agoslo, lanciò di là il suo manifesto ai Fiamminghi. (2) Fu mandalo dalla Repubblica di Venezia, nel 1578, Giovanni Michicl, del quale abbiamo la Relazione nel T. IV della Serie I.