RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE praticamente annullata, cosicché inventa per salvare il pudore una sua « missione conciliatrice » che nessuno le chiede, una specie di ovatta per conservare il vuoto; e la Francia è costretta a cedere su gran parte dei suoi principii e interessi. Verrà mai il giorno in cui la politica francese identificherà questo punto fondamentale, chiave di volta dell’attuale preponderanza britannica? Verrà giorno in cui vorranno accettar di pagare almeno con la moneta carta della loro denatalità progressiva, che comincia ad assomigliare ad una voragine, la moneta oro della nostra demografia straripante, che comincia a rassomigliare ad un fenomeno della natura e quindi della vera storia? Da quanti anni i miei amici della politica, del giornalismo e della diplomazia. Italiani e Francesi, parlano con me di questo fondamentale problema! Per quanti anni ancora ne parleremo? Millerand sostiene due parti nella pericolosa commedia. Quando parla con gli Italiani simula di essere pienamente d’accordo con noi, cioè non potersi accettare la tesi inglese per l’incapacità tecnica e organizzativa dell’esercito greco e respingere i Turchi di Kemal sui monti, ma sopratutto per la necessità di addivenire al più presto possibile alla definitiva pace con la Turchia che ripudia il Trattato di Sèvres, onde ristabilire la normalità del Mediterraneo: pare persuaso, e anche pare che agisca presso l’inglese in questo senso. In certi momenti il Delegato italiano, che vuol sempre essere troppo furbo, si mostra sicuro della solidarietà del Francese, e sussurra addirittura, con la sua sconcertante vanità, che 248