RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE circostanza non casuale che, mentre il Governo Fascista faceva uno sforzo immane per vivificare l'italianità all’Estero, questa subiva nel medesimo tempo i colpi dell’assimilazione intensificata, della snazionalizzazione organizzata, e della cessazione di nuove correnti di lavoratori dalla madrepatria. L’italianità delle masse, anche se attiva e militante in vari Paesi, costituisce per gli Stati esteri un fatto sulla cui cessazione essi possono a più o meno breve scadenza contare, un fatto che per ciò stesso fin da ora non influisce più sulla politica altrui. Quei 9 milioni di Italiani rappresentano un capitale che si consuma e si assottiglia, il cui reddito per noi — (parlo di reddito morale, poiché quello economico è cessato da lungo tempo a causa delle difficoltà valutarie mondiali) — diminuisce progressivamente, mentre il vantaggio degli altri, vantaggio demografico sopratutto, progressivamente cresce. Queste gravi considerazioni valgono principalmente per l’emigrazione transoceanica, mentre per quella europea e mediterranea abbiamo strumenti e mezzi di difesa, di protezione e conservazione di indubbia efficacia, tanto che ad esse potrebbe applicarsi solo in piccola parte quanto ho detto sopra. L’italianità nel Mediterraneo deve essere, e sarà salvata a qualunque costo, perchè vi è nata con Roma repubblicana, ricorda gli splendori del Rinascimento, documenta uno degli aspetti del nostro massimo diritto politico e storico in questo mare. Può anzi dirsi che le nostre colonie stabilite sulle sponde del Mediterraneo orientale ed occidentale non co- 318