BENESCH E IL NAUFRAGIO ADRIATICO vo, responsabile, indipendente; Benesch è giovane, agguerrito e scaltro, falso e servile. Un giorno, oramai sei anni fa, nel suo cattivo francese, con un linguaggio esplicito, ricco di fermezza e di sfida, mi disse testualmente: — « Attribuirmi un programma panslavo nel senso russo d’an-te-guerra è una sciocchezza o una follia, è da ignoranti. No, no: c’è un’altra politica slava, ora, non a Mosca: è l’azione degli Slavi dell’Europa Orientale e Meridionale. Attribuire a me la volontà e la direzione di questa politica, non è nè una sciocchezza nè una follia. Voi Italiani lo avete capito subito, lo avete capito troppo, fino al punto che mi considerate nemico. Eccesso di intuito; comunque, intuito. Straordinari i Francesi... mi ritengono capace di essere al loro esclusivo servizio. Gli Slavi non possono essere che al servizio dello slavismo: il quale, fino a quando la Russia di Lenin non ridiventerà la Russia degli Zar, è rappresentato da noi, e noi gli attribuiamo una funzione anti-tedesca. Contrarremo alleanze, necessariamente, con i nemici della Germania, ma saranno alleanze transitorie, quelle della nostra età minore. Il massimo sviluppo politico della Cecoslovacchia coinciderà con la preponderanza del nuovo slavismo nell’Europa orientale e meridionale. In quella fase, le alleanze anti-tede-sche che ora dobbiamo contrarre, avranno dato a noi tutto il loro frutto: le realizzeremo noi » —. Indubbiamente, se la Repubblica cecoslovacca deve rispondere ad una funzione anti-tedesca, Benesch deve provvedere a dilatare questa funzione sui 77