RACCONTI POLITICI DELL'ALTRA PACE che si dilata immediatamente sul terreno dell’equi-librio europeo. La Spagna ha rimesso le cose al loro posto. Essa ha replicato con argomenti specifici e generali. Singolarmente interessante è la esposizione delle ragioni che costringono il Governo a respingere le domande francesi. Il fatto della Germania scomparsa è addotto come argomento favorevole alla attribuzione di Tangeri alla Spagna, e non contrario, poiché, se la presenza dei Tedeschi poteva indurre la Francia a mettere il proprio controllo sulla città, per potersi salvaguardare da insidie economiche e politiche, il Quai d’Orsay non può addurre le medesime ragioni contro gli Spagnuoli. I quali sostengono che il loro definitivo insediamento a Tangeri è possibile e logico, ora che essi possono assumere la responsabilità completa della loro politica coloniale nei riguardi degli altri Paesi; nè dal punto di vista militare possono rinunziare a fare di Tangeri il centro effettivo della loro zona, la cittadella spagnuola nel Marocco, onde sopprimere la pericolosa soluzione di continuità che costituisce un danno per tutto il territorio che le truppe di Re Alfonso occupano. Il fatto che Tangeri non è spagnuola mantiene infatti in istato di fiduciosa e permanente ribellione le tribù di indigeni, che certo piegherebbero la testa di fronte ad un definitivo insediamento dei dominatori nella vera capitale della zona. Ma una portata maggiore ha la discussione, se, pur partendo da un punto iniziale per sè stesso limitato, abbraccia più vasti campi. La Spagna va in- 176