RACCONTI POLITICI DELL'ALTRA PACE ra della canna, fu dagli Inglesi condotta all’orlo del fallimento, perchè lo zucchero austriaco — fino allo scoppio della guerra — era introdotto in Egitto a condizioni di favore, sostenuto dai premi di esportazione del governo di Vienna, e colpito solo da una insignificante dogana inglese. Così su per giù tutte le industrie inglesi concorrenti di quelle egiziane, sono state (caso rarissimo di interessante generosità) grandemente favorite. Quando fu creata la prima società di filatura egiziana, fu colpita da una tassa così formidabile che rapidamente soccombette, ciò che fece trionfare sul mercato il concorrente prodotto inglese, malgrado anch’esso dovesse pagare diritti di dogana. A proposito di quel fallimento, fu scritto nel Times che « non era da aspettarsi da un rappresentante della Regina che sostenesse un progetto il cui successo favoriva i consumatori egiziani e danneggiava gli Inglesi ». Fu questa la base permanente dell’azione inglese nei riguardi deH’industria locale: politica di ostruzionismo spietato, così che la piccola industria egiziana è restata sempre tributaria di quella inglese. Applicata con metodo, essa decretò la morte del prodotto indigeno, della quale Lord Cromer, uno dei più grandi conoscitori inglesi d’Egitto, dava conto così in un suo celebre rapporto: « La différence apparali eclatante pour celui qui considère l’état ac-tuel, en comparaison avec celui d’il y a quinze ans. Les rues qui étaient encombrées d’industriels et d artisans: filateurs, tisserands, passementiers, tein-turiers, cordonniers, bijoutiers, merciers, étameurs, 284