RECUPERO DI ITALIANI SPERDUTI NEL MONDO eli emigratori è transitoriamente vantaggioso ed at' tivo, ma storicamente, cioè in definitiva, svantag' gioso e passivo. Mussolini è stato per le masse emigrate un medico premuroso e coscienzioso, ma consapevole della gravità del caso: un medico che cura suo figlio: il suo colloquio con me del 1922 ne è documento sintomatico: ha curata l’emigrazione con grande generosità di mezzi e con alto spirito di dignità nazionale. Quello che il Regime ha fatto in 15 anni è straordinario: si tratta di un insieme di opere che ha destato l’ammirazione di tutto il mondo, e ha dato — occorre dirlo alto — non solo frutti abbondanti e per quanto possibile durevoli, ma tutti i frutti che poteva dare. È da considerare l’eccezionaiità di questo sforzo, voluto da chi assolveva ad un sacro dovere, pur nutrendo poche speranze di ottenere risultati proporzionati. Scuole elementari e medie in grande numero e anche in grande stile, ospedali, grandiose palestre ginnastiche, biblioteche ricche e moderne, circoli sportivi fra i migliori, case d’Italia imponenti, dopolavori, organi di assistenza economica e sanitaria, organizzazioni fasciste degne della madrepatria, sviluppo confortantissimo dello spirito nazionale. Tutto è stato fatto quasi da capo, in tutti i Paesi dai quali una massa italiana chiamava aiuto; e dove la massa non chiamava, è stata soccorsa prima contro la propria volontà; poi secondo i suoi bisogni patriottici miracolosamente risorti. Dal minuscolo Ufficio creato oltre quarantanni or sono da Francesco Crispi per soccorrere iniziative italiane in O- 323