*57» Pnvijioni de' Vinttia-tti ptr la ¡unra . Dii unto ne,e penfitri vani di'Principi Chri-ftiani . Di Cefart 272: DELL’ HISTORIA numerofiifima armata fu ’1 mare , giudicavafi da chi con più fano difcorfo , & con più vera mifura bilanciava lo flato delle cofe prefenti , niun altra cofa poter'ettere di maggiore profitto alla lega, che 1' attendere con ogni Audio , & con tutte le forze a diftruggere quefta nuova armata , per debilitare sì fattamente il nemico, che overo continuando nella guerra, fi poteife con più certa fperan-za far difegno fopra gli itati di lui, overo feguendone la pace, fi veniife ad aflìcurarne i fuoi proprii per alcun tempo dall’armate Turchefche : doverfi ulare il felice fuccef- lo di quefta battaglia, anzi come certo fondamento , & principio di poter più facilmente fuperare i nemici , che come compiuta, & perfetta vittoria . Da tali confiderà* tioni dunque motti i Vinetiani , attendevano con molto ardore a nuove preparationi di guerra, accrefcendo il numero delle loro galee, rinforzando di genti l’armata, & ciafcuna cofa provedendo , che poteife etter’ opportuna ; perche quanto prima dalla ftagione le fuife permeifo , potette 1’ armata pattare in Levante ad incontrare , & opprimere la nemica. Tali erano a quefto tempo i peniìeri , & i difcorfi de gli huomini . Ma i Prencipi Chriftiani, tenendo per i loro proprii affetti chiufi gli occhi, non conofcevano tanta opportunità, che loro fi offeriva , d’ abballare la potenza d’un nemico commune, cofi grande, & coii formidabile; & quafi a fe fteifi invidiando tanto bene, & tanta gloria a quefto fecolo, traicuravano, come cauia aliena, la guerra, nella quale pur fi trattavano gl’ intefefli communi , & rifiutavano le maggiori profperità promeife da’ primi felici avvenimenti. Peroche Cefare con nuovi ufficii, & con molte promette pregato, & follecitato dal Pontefice, & da’Vinetiani ad abbracciare la lega; poiché nc lo invitavano i fuccetti profperi, defiderati , & appettati da lui, per potere ( come diceva ) più Scuramente venire in quitta deliberatione, ettòrtato fimilmente dal Rè Cattolico, che haveva a quefto medeiimo effetto mandato a lui Don Pietro Faflardo ; continuava nondimeno nelle folite lue lun-