Inghilterra e Ceuta, Spagna e Tangeri il bambinetto per offrirlo alla pacificazione della Spagna. Certo questo monarca spiritoso, sportivo, scettico, gaio e indifferente reca sul viso senza ugua- li secoli di storia insanguinata, e i segni di tutto quello che al mondo è signorile, destinato e fatale. Forse vuole con la sua audace politica marocchina liberare il suo Paese, e più ancora la dinastia, dalle linee crudeli del terribile tempo in cui la Spagna cessò di essere Impero, e ringiovanire la storia spa-gnuola nel confinante Nord-Africa, aprendo le vie nuove e future: forse ha nel cuore secolare un sogno stupendo, e nel cervello una visione politica di grandissimo stile. Quanti popoli oggi deboli saranno tra alcuni decenni sulle prime linee del rischio e del guadagno? España no puede — lamenta alle sue spalle il giornalismo madrileno, ma il Re non si lascia scoraggiare. Mentre conversa con le belle donne e par-la egregiamente di letteratura moderna, io sono certo il solo, in questa sala immensa di albergo internazionale, a riflettere stasera sulla ipotesi che la Penisola Iberica trovi in Africa il nuovo lievito per il ringiovanimento che le occorre. Come la Penisola italiana ha trovato la sua nuova gioventù tra Massaua e Tripoli. dicembre 1919 La questione marocchina è entrata ufficialmente nella sua terza fase un mese fa, con la visita di Re Alfonso a Parigi e con la ripresa delle conversa- 155