RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE ranoico, era, quando dettava legge ai popoli, un anno fa! Millerand è osteggiato dagli ultimi amici di Cle-menceau, il quale lo ha definito sous-prefect d’avant guerre, ma si pone davanti serenamente gli elementi di fatto: 1) Le relazioni con l’Inghilterra sono da salvare a qualunque costo, perchè essenziali al prestigio politico ed alla vita economica della Francia, ma sono da contenere in limiti tali che non consentano a Londra di affermare la sua egemonia su Parigi e Berlino, regolando essa il mutevole rapporto di forza tra i due; e portando, come ora sta facendo, la Germania repubblicana verso una graduale rinascita che procede se e a misura che le clausole del Trattato di Versaglia crollano. 2) Le relazioni con Berlino, egli vorrebbe sì addurle ad una fase meno aspra anche nell’inte-resse generale europeo, per poter imbastire un qualsiasi rudimentale sistema di convivenza continentale, ma non vorrebbe agire a scapito della sostanza della pace francese. 3) Sulla conservazione integrale del Trattato di pace egli non ammette neppure la discussione, fino al punto che si prepara a domandare agli Inglesi e agli Italiani il consenso per dar moto alle clausole destinate ad imporre ai Tedeschi, anche con la costrizione, l’esecuzione di tutto il Trattato (occupare la Ruhr!). È chiaro per tutti che Millerand agisce nella più palese contraddizione: mantenere in questa fase