RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE cano, aveva assunto nelle sue mani la totalità del potere politico, poteva rinunziare ad esercitare quella attività, che sarebbe stata l’orgoglio di uomini ancora più potenti? Poteva rassegnarsi a diventare un personaggio puramente rappresentativo, oppure aveva deciso di andare all’Eliseo, convinto che il suo successore avrebbe portato alla Camera la proposta di modificare la costituzione dello Stato, in modo che i poteri del Presidente della Repubblica venissero accresciuti, cessassero di essere formali e diventassero effettivi e principali? Millerand, che ha forte senso critico, sa perfettamente che, dalla Terza Repubblica in poi, le Assemblee non hanno più eletto l’uomo ritenuto dai più il primo e il miglior cittadino di Francia, ma sempre l’uomo che rappresentava l’insieme delle medie qualità dei Francesi. L’Eliseo è divenuto per il suo ospite, qualunque sia la dignità della sua persona, un luogo di riposo. Millerand non è disposto ad abbandonare la politica, e, d’altra parte, un Presidente del Consiglio è libero di non prendere in considerazione i consigli che il Capo dello Stato può dargli, senza averne il diritto. L’articolo 8 della legge 1875 dice: « Le Camere avranno il diritto, per deliberazione separata presa in ciascuna con maggioranza assoluta di voti, sia spontaneamente, sia per domanda del Presidente della Repubblica, di dichiarare che si devono rivedere le leggi costituzionali. Dopo che ognuna delle due Camere avrà preso questa decisione, esse si riuniranno in Assemblea Nazionale 346