RECUPERO DI ITALIANI SPERDUTI NEL MONDO co, nascere prima nello spirito degli imperialisti e poi concretarsi sul territorio acquistato. Altri « Stati colonizzatori » hanno provveduto con incroci di razze, con naturalizzazioni e persino col favorire il meticciato: ho detto « colonizzatori » ma è più esatto dire: sfruttatori di ricchezze coloniali. Concepire il nostro imperialismo, per quanto tocca l’Etiopia, come fatto puramente economico, realizzabile con qualsiasi mano d’opera purché tecnicamente idonea, cioè come sfruttamento capitalisti-co-plutocratico, significherebbe negare alla radice i motivi e i caratteri essenziali deH’imperialismo ita-lano, che ha per base la naturale forza di espansione della razza. Lo sfruttamento dell’Etiopia non può essere fatto che da Italiani, e ciò non solo ai fini demografici già attuali, cioè i fini — storici — di trasferire entro un numero di anni relativamente breve, nei territori dell’impero, una massa nazionale che porti in sè l’interesse primordiale a difendere l’impero non solo dalla sterilità economica, ma anche dalle minacce politico-militari provenienti dall’esterno. La vita italiana è passata sul piano dell’impero, che la impegna, almeno per la durata di questo secolo, a trasformarsi; si modellerà e si plasmerà, gradualmente, con risultati inattesi e non tutti predevibili oggi, generando nuovi spiriti, nuove attitudini, nuove qualità. L’Impero nostro o sarà costruito e difeso da tutti gli Italiani con il lavoro e con le armi, o non sarà nè costruito nè difeso. Ogni Italiano che va nei territori dell’impero per radicarvi la propria vita e quella della propria fa- 327