RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE con i suoi Delegati, e gli Italiani lo hanno appreso stamane tornando da Roma! Quale maggiore oltraggio poteva farsi ai nostri 700.000 morti? Ma che aspettiamo, per ribellarci a tanta ostilità dei Francesi e degli Inglesi? Perchè sembriamo dei colpevoli che hanno qualcosa da farsi perdonare? Perchè son tornati, insomma, Orlando e Sonnino? Hanno avuto veramente paura di... perdere il Patto di Londra? Credono che esso vale più della vittoria? Temono di... trovarsi fuori della pace con l’Austria? Ancora pensano che ci siano qui dei problemi di diritto, quando non c’è che quello della forza? Ma si perderà ben altro, ora! Si sta perdendo tutto! Si perderà tutto quello che non si otterrà, con l’aggravante che avremo ratificato gli acquisti e il trionfo altrui: questo è l’unico risultato, per ora, del nostro ritorno. L’incredibile acquiescenza e rassegnazione italiana è preziosa agli « Alleati ». Essa è indubbiamente un riflesso in parte obbiettivo e in parte eccessivo della nostra situazione economica generale, che ancora ci mette quasi completamente alle dipendenze di fatto dai rifornimenti anglo-francesi. Se si aggiunge che gli Anglo-Francesi manovrano a meraviglia l’arma economica nei nostri riguardi, per ricavarne i più complessi risultati politici, che altrimenti essi non potrebbero ottenere, si può riconoscere che la nostra condizione è in certo senso paralizzata. Ma d’altra parte è perfettamente vero che questa profonda crisi italiana è un fenomeno inarrestabile di debolezza collettiva, di stanchezza mo-