RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE matica, come ha vinto la sua nobile guerra mili-tare? A che serve che da Roma Salvatore Contari-ni, che dirige un saldo, agguerrito e abile battaglio-ne della nostra diplomazia, quelli che non rinun-ziano e consigliano anzi di giuocare tutto per tutto, sostenga e sproni i nostri Delegati con iniezioni di tutti i giorni, con sussidi instancabili di argomentazioni e di consigli tattici, se è tutta la macchina italiana che non funziona più, che non ha più un motore centrale organico e unitario, anche se i singoli pezzi sono ancora intatti? La massa che dovrebbe fornire lo spirito di rincalzo comincia visibilmente a preferire una pace qualunque, purché sia pace. È da smantellare tutto il sistema che ha generato questa catastrofe spirituale, di cui il fallimento diplomatico non è che una delle manifestazioni esteriori e sintomatiche: solo allora tutto il buono che è ancora nel Paese servirà daccapo, ma per essere utilizzato, vivificato e potenziato da altre mani. E. T„ un capitano medico fascista, ha diffuso largamente nella Delegazione il Popolo d’Italia e tutti lo leggono con interesse sempre crescente: si direbbe che, a misura che il senso della liquidazione si precisa come conclusione della nostra azione internazionale, gli spiriti si volgono ad ascoltare la parola dell’uomo di Milano, il Romagnolo che, ormai è certo ed è necessario, parlerà sempre più forte, fino a sopraffare tutte le altre oramai inutili voci, fino a che parlerà egli solo — e agirà. Allora non accadrà più quello che sembra o è si- 120