RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE alienata per lungo periodo alla Francia la simpatia della vecchia e della nuova Turchia: ma tutto non si può avere: questa volta egli tirava su Berlino. L’Italia rientra sconfitta nella sua tesi, a mani vuote per quanto riguarda i suoi interessi, perfettamente consapevole che gravi giornate si preparano in Mediterraneo a danno della giustizia, della pace e dell’equilibrio tra gli Europei, oltre che del prestigio dei vincitori di fronte ai Turchi. Torniamo a Parigi la sera, tutti persuasi che la vittoria sarà di Kemal: tutti, anche i Francesi: ma intanto hanno avuto il carbone della Ruhr e hanno preparato diplomaticamente quell’occupazione di territori tedeschi che potrà portarli alla nuova guerra. Roma, dicembre 1920 A Roma, dove sono di passaggio proveniente da Londra e diretto in Oriente, mi raggiungono i particolari della tremenda sconfitta greca a Smirne. Non un soldato ellenico è rimasto sul suolo turco. Mu-stafà è calato dai monti circostanti sugli oCcupatori con le schiere dei suoi pastori armati, dei suoi ufficiali agguerriti e dei suoi battaglioni esperti del terreno e invasati di furore contro i Greci. Lunga mischia, infinita rovina, copioso spargimento di sangue, distruzione e incendio della città che ha bruciato per giorni e giorni. Navi alleate hanno salvato i Greci sfuggiti al massacro dei Turchi. Il Console Generale d’Italia, Senni, si è comportato con coraggio e inteili- 254