RECUPERO DI ITALIANI SPERDUTI NEL MONDO sia accaduto nella storia d’Italia e nella vita di lui, e da quanti anni governa. (Nel corso dell’intervi-sta, gli portano i giornali della sera, ch’egli, con l’occhiata di finta disinvoltura del vecchio abitatore di tipografia, percorre rapidamente. Nel Giornale d’Italia c’è tutto insieme, refuso, errore e no-tiziaccia: a bordo di una torpediniera nel porto di Napoli si è bruciato un mucchio di cordami e il fo-cherello è stato spento in poche ore, ma il foglio romano ne ha fatto in prima pagina, con fotografia e titoloni, l’incendio di una nave da guerra; Mussolini tronca il colloquio con me, chiama al telefono il Ministro della Marina, si fa assicurare che sono bruciati solo i cavi di attracco, telefona al Sottosegretario della Presidenza e ordina che sia sequestrato il Giornale d’Italia, ammonito il Direttore che sarà perseguito per via di legge come propalatore di notizie false sulle forze armate.) È terribilmente giovanile, di una giovanilità fatta principalmente di energia. Nel tight che porterà per lunghi anni, ma che suppongo non ama, le spalle e il torace, ricchi di muscoli e di forza, non stanno bene. Egli si muove abbastanza sulla poltrona, con tutto il corpo, in corrispondenza dei movimenti della testa, ricaccia spesso entro la manica i polsini bianchi che gli calano sulle mani; così osservo le incredibili mani piccole e bianche; a un dito un a-nellino di oro con una pietra rossa, gioiello femminile tenue e patetico, segno di una lontana vanità di contadina, ricordo della madre e della madia. Mi pianta gli occhi in faccia: — Facciamo questa in- 303