Borghesi e conservatori versagliesi nell’Europa Socialista ottimistico. Da queste fondamentali teorie non può nascere che una opposizione assoluta a qualsiasi Presidente, da parte dei monarchici. Inutile dar loro il remplaçant del Monarca, il Millerand che vuole la revisione della Costituzione, che accenna a un tentativo di potere personale. Anche a voler essere arrendevoli, essi giurano che non può, che non è vero. — « Laissez nous faire » — dicevano dal 1912 al ’14 gli amici di Poincaré: ci fu un bel nulla per risultato. Fu loro lasciato tempo e modo di far l’esperimento, e anch’egli, malgrado ogni resistenza, fu personaggio decorativo o quasi. Ma che bisogno c’è più di ricorrere ai testi monarchici per ritrovare la documentazione della convinzione nazionale sempre più fervida? Per tutti i Francesi è necessario salvare l’ordine, cioè tutto ciò che noi chiamiamo antico, e che non è, non è il vecchio; questa è cosa decaduta o prossima a decadere; quello è materia ideale fortemente sopravvissuta, per la sua intima essenza e bontà, ai celeri tempi che tutto rovinano e divorano. E quindi l’antico, per tanta capacità di proteggere la razza e per tanta solenne vitalità che ha dato prova di contenere, è da considerarsi, in ogni epoca, in ogni evenienza e contro ogni apparenza, quel che di meglio, di più solido e di più conveniente si conosca in fatto di progredito e di moderno. « Vogliamo dire, noi reazionari che salviamo intanto la Francia, che l’antico è quel che c’è di più nuovo. In quanto il nuovo altro non è, nel cervello dei progressisti, che il meglio atto a conservare il bene 355