RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE zione generale, e ha dovuto cedere il posto al generale Primo de Rivera, esponente di uno stato d’animo collettivo assai più che di un gruppo di soldati e di una camarilla di casta. La situazione della Spagna era stata definita in modo brutale da uno scrittore francese che aveva avuto funzioni diplomatiche a Madrid, con questa dirò così chiarificazione: — « È inutile che la Spagna cerchi di fondare la propria politica estera su concezioni idealistiche o su calcoli di equilibrio: essa non può che sottomettersi alla geografia. Vi è un fatto di subordinazione fisica che può piacere o non piacere, ma contro il quale non si può andare. Francia e Spagna sono nella relazione da fondo dominante a fondo servente. La Spagna è una casa che ha due porte, i Pirenei e l’A-frica, ma un solo portiere: la Francia. È vero che la Spagna può nuocere alla Francia cercando con l'aiu* to di terzi di controbatterne la posizione strategica nel Mediterraneo, ma la Francia può facilmente contrastare tale minaccia asfissiando economicamente la Penisola ed offrendo alle forze rivoluzionarie e separatiste gli incoraggiamenti necessari per far sì che una tensione dei rapporti fra i due Paesi, pur essendo un pericolo per la Francia, diventi una catastrofe per la Spagna ». — Questo scritto esprime in termini indubbi la ugualmente indubbia politica francese contro la Spagna. Quando il Re e Primo de Rivera si sono trovati concordi in questa oramai definitiva interpretazione della politica francese, hanno deciso di cominciare ad assicurare altrove gli interessi storici del- 186