LA FIERA DELLE ILLUSIONI mo. C’è mai stata una vittoria italiana, nel novembre 1918? Mi soffermo a guardare attentamente i rappresentanti delle piccole Potenze. Sono indubbiamente i meno consapevoli: alcuni di quegli Stati nascono ora, e non sono ancora rinvenuti dall’immenso stupore di essere usciti dal nulla per prendere posto nella storia; altri sono stati smisuratamente ingranditi, e nel momento stesso in cui vengono al mondo già sono irriconoscibili, deformati e dilatati oltre misura da popolazione « aggiunte » : (il fcnut ajouter quelque chose a celitiAà, è stata per mesi un’espressione corrente nella Sala dell’Orologio). Altri si sono battuti eroicamente, ma hanno avuto compensi e ingrandimenti da riparare qualsiasi sacrificio. Qualcuno ha dato un magnifico contributo alla causa degli Alleati, ma non ha guadagnato quasi nulla: il Belgio, voglio dire, che aveva delle aspirazioni nel-l’Africa Centrale, e sono state soddisfatte in misura minima; aveva un sogno di rettifica di frontiera, e ha avuto vantaggi trascurabili. I Delegati belgi sono rimasti quasi sempre da parte, mai si sono affiancati ai piccoli Stati nuovi nati: tra i quali la Cecoslovacchia è anti-italiana in misura massima e insopportabile. Il Belgio, del resto, non fa parte intrinseca del gruppo dei piccoli Stati ufficialmente protetti dagli egemoni, per il fatto stesso che non è nato ora, dal Trattato. I « Piccoli Stati » veri e propri, propriamente e specialmente cosi detti, sono quelli nati a Versaglia, costituiti per concorrere a custodire in eterno il Trattato, armati finanziati potenziati a 39