RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE chissimo che si può ancora tentare, bisogna ten-tarlo subito; dopo si cristallizzeranno tutte le posi' zioni, quelle guadagnate e quelle perdute, e l’Italia non avrà mai più nè i mezzi nè la voglia di correre dietro alle aspirazioni africane. Ma fra Tittoni e Rossi, ci penserà la Francia, ci penserà l’Inghilterra a dare una soluzione unitaria alle divergenti vedute dei Ministri italiani: ci penseranno gli « Alleati » : rifiutandoci tutto, taglie-ranno tutti i nodi. Forse allora i politici italiani cominceranno ad accordarsi. 29 agosto 1919 Tittoni ha riassunto tutte le domande africane: — chiede all’Inghilterra: la striscia con noi confinante del Somaliland britannico, almeno fino a Zeila; la striscia con noi confinante del Giubaland, molto oltre Chisimaio; Cassala; rettifiche di frontiera tra la Cirenaica e l’Egitto (Giarabub) e tra la Libia e il Sudan (cosidetto « triangolo »); — chiede alla Francia: Gibuti con tutto il suo golfo e in caso di necessario arretramento soltanto con il porto, e la ferrovia fino alla frontiera etiopica; rettifiche di frontiere nel Sud libico; gli isolotti di fronte all’imbocco del Mar Rosso; ai Francesi sarebbero rilasciate amplissime facilitazioni per l’uso del porto e della ferrovia di Gibuti; l’ambigua offerta francese del Borku e Tibesti è stata già buttata a mare, perchè Tittoni la considera « un trabocchetto nel deserto ». 144