RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE plomazia italiana: egli va sempre dove sta per accadere qualche cosa. Le sue magnifiche missioni a Tripoli turca e a Trieste austriaca sono lo stemma della sua carriera. La naturale ironia del suo dire e del suo sentire toscani non riescono mai ad appannarne la costante passione. Al Comando Supremo nel ’i6, cominciammo a parlare di Patto di Londra, dell’art. 13 e dell’Africa: compravamo consapevoli, fin da allora, di quel- lo che ci aspettava alla Conferenza della Pace! Poi Carlo Galli — e certo anche questo mi piace — ama, come me, le notizie, le adora. « Un diplomatico è un giornalista che non sa scrivere » — disse su per giù Girardin, che scriveva un sacco di banalità arrivate chi sa perchè ai posteri. Invece la maggior parte dei diplomatici scrivono meglio dei giornalisti: più concisi, più sostanziosi, più sereni. Quello che differenzia i diplomatici di tutto il mondo dai giornalisti è questo: che i giornalisti hanno in misura massima l’amore, il rispetto e la valutazione delle notizie. Informazioni! Che sarebbe la politica, la vita stessa, senza di voi? Sono esse il lievito dell’attività, i moventi delle attitudini, le cause invisibili degli effetti visibili, le molle dei meccanismi, il succo dell’operare, le radici dei successi, le intelaiature dei fatti, il raccolto delle giornate politiche, quello che vola e quello che resta delle discussioni e dei rapporti, degli incontri e dei fallimenti, delle vittorie e degli smacchi. C’è sempre una notizia utile, nel mondo, in qualsiasi giornata. È sempre 234