Africa, Mandati, Gibuti: jamais, jamais, jamais. Tutti e due sono perfettamente persuasi che non riusciremo più a strappar nulla, perchè abbiamo dato la nostra firma al Trattato di Versaglia senza aver realizzati i nostri interessi, ma disputano sul modo, sul metodo con cui lasciarsi battere... Dopo un fitto scambio di telegrammi tra Roma e Parigi, il Ministro delle Colonie ha comunicato al Ministro degli Esteri: « È preferibile non avere nulla, lasciando aperta e impregiudicata la questione coloniale, p.uttosto che accettare o peggio chiedere territori che ci sarebbero fatti valere come compensi, mentre sono inutili o dannosi od onerosi. Mai potremmo derogare da questa precisa linea di condotta, che non è guidata da intransigenza formale, ma dalla necessità di tutelare gli interessi affidatici ». Ma Tittoni non vuole abbandonare la partita senza prima aver tentato di saggiare il grado della effettiva resistenza avversaria, di porre alcune domande in nome della nuova Delegazione, e formula un programma minimo di richieste che evidentemente non è quello che il Ministro delle Colonie avrebbe voluto. Quanta armonia, quale unità di comando, in questo Governo di così varia composizione, in questa Presidenza del Consiglio della paura, in questo Nitti attore e simbolo di ogni rinnegamento degli interessi del Paese! Tittoni ragiona così: lasciare aperta la questione per non pregiudicarla, sono parole, perchè oramai la vera Conferenza della pace è chiusa, e quello che non si prenderà questa volta non si prenderà forse per cinquant’anni, forse per un secolo; quel pò-