RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE discorso sintomatico sulla politica conservatrice del-la Francia, che ritorna a beneficio di tutti i paesi ordinati, Dard ha fatto scivolare nelle mani del Bavarese la lettera che lo accredita ministro pie-nipotenziario. Il Presidente ne rimane certo stupi-to, forse compiaciuto; non si sa bene; accetta le credenziali. Dard da quel giorno comincia la politica separatista. Gli inizi sembrano al diplomatico francese saturi di felici auspici: egli si trova davanti ad un paese conservatore quanto la Francia e l’ondata bolscevica del 1919 è passata inutilmente sulla Baviera « reazionaria ». Le idee generali dei Francesi sulla necessità di un’azione in tutta l’Europa destinata a salvare le istituzioni, a mantenere alto il prestigio della Santa Sede, ad arginare con qualsiasi mezzo il bolscevismo, rovina del mondo moderno, ad unire quasi in un’intesa spirituale tutti « i saggi governi », trovano in Baviera un terreno fecondo. E poiché necessariamente ogni idea bavarese ha un riflesso di francofilia, ma platonica, sembra ad osservatori superficiali che Monaco possa pensare a separarsi da Berlino per accostarsi alla Francia; ed esagerano. Nasce qui il grave errore della diplomazia francese. Essa crede di identificare in quel sentimento di profondo dispetto contro Berlino metropoli socialista un istinto di separatismo, un segno di vera e propria differenza di razza, un odio contro Berlino capitale della Germania. Solo molto tardi il signor Dard ed il Quai d’Or-say si avvedono che ogni riflesso anti-prussiano del 212