RACCONTI POLITICI DELL'ALTRA PACE tima moralità non gli permette di indulgere alla ingratitudine meschina ed alla gelosia feroce che gli Alleati hanno per noi. È disposto a comprendere i loro interessi, non a perdonare alla loro slealtà. Fa varie colpe al provincialismo, alla vanità e alla misantropia degli uomini di governo italiani. Non si illude, e prevede il peggio: ammette che forse questa piccola Italia di oggi piegherà il capo al sopruso e si presterà alla spoliazione, ma avverte che il nostro Paese passerà prima o poi alla riscossa. Presente sconvolgimenti e cose del tutto nuove. Per questo amo molto la sua compagnia, anche per questo: perchè fra tanti mediocri che vivono solo rimuginando il passato, Vittorio Scialoja è l’aristocratico solitario che pensa al futuro, e lo vede. E siamo andati alla Malmaison. L’aria tersa, appena fuori di Parigi, si fa cristallina e concreta, come il cielo di un pastello. Attraversarla e romperla, nell’automobile aperta, è un piacere sottile e voluttuoso, una sensazione che si tocca. I grandi lecci e gli ontani frondosi e protettivi mi ricordano le strade del Veneto e quelle tra Napoli e Capua; qui il paesaggio è più pastoso e meno elegante; è la campagna francese doviziosa, grassa, ricca di bellezza e forse povera di poesia. La contemplo e la osservo sempre con interesse diretto e immediato, anche perche so che in questo paese dovrò vivere alcuni anni. Come son belle, queste strade di Francia... Non so perchè, danno il senso della libertà individuale e della vita facile... 21