RACCONTI POLITICI DELL*ALTRA PACE italiano dalla propaganda ufficiale franco-inglese. I fini per i quali Benesch entra in Italia sono apparentemente favorevoli agli obbiettivi della guerra italiana contro l’Austria, certo; ma l’uomo è uomo loro, degli Alleati e non nostro, certissimo. Tutto è strano, in questa apparizione sensazionale. Una settimana dopo, comincia a parlare di Benesch il generale Porro, Sotto-capo di Stato Maggiore, particolarmente preposto alla sorveglianza sui problemi politici del conflitto. Veniamo informati di tutto: Legione cecoslovacca al fronte italiano, Patto di Roma tra l’Italia e le nazionalità oppresse, ritorno istintivo ai paradigmi del Risorgimento; quindi appoggio italo-franco-inglese ad un’azione di disgregamento interno nell’impero absburgico. Però — inopportunità (?) di esaminare fin da ora alcuni interessi italiani territoriali in relazione alla futura formazione degli Stati che dovranno sorgere sulle macerie della Duplice Monarchia! « Voilà — dice De Gondrecourt — a coté de l’Entente des Grandes Puissances, il y aura probablement a la Conférence de la paix une enterite des petits pays amisi mais oui, une entente plus petite ». Poche settimane dopo, gli esponenti italiani del Patto di Roma affollano e invadono il Quartier Generale. Il colonnello Barbarich, di origine dalmata, ai cui ordini siamo noi corrispondenti di guerra, si astiene dal far propaganda per la nuova idea: — « Nuova? era già vecchia al tempo di Mazzini » — grida nei corridoi. Il colonnello Angelo Gatti sembra diffidente. Padre Semeria è francamente con- 56