RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE diti che ha affidati agli staterelli vicini, sottomet-tendolo al peso spaventevole delle « riparazioni », prestazioni in natura e in danaro che per trent’anni dovranno tenere la Germania prostrata al suolo, in catene e affamata, (è contro questa politica che si leva Lloyd George, solo ora, perchè solo ora ne ha paura) e creando un sistema di alleanze francesi uni' camente anti-tedesche. Foch invece non ha la minima fiducia nella poli-tica di Clemenceau, e ritiene ch’essa è caduca, artificiale, inutile. La vera, la sola, l’insostituibile politica antitedesca è quella di smembrare la Germania, portando le frontiere militari della Francia oltre Reno, magari vicino, più che sia possibile vicino alle frontiere del Trattato di Vestfalia. Qualche giorno prima, Foch ha accordato un colloquio molto grave a un giornalista. La censura ha impedito la pubblicazione del documento, ma esso circola per mille mani in copie anch’io. « Ho visto molto spesso il signor Clemenceau e « gli ho consegnato tre note scritte. La pace che si « vuol firmare è cattiva. La riassumo così: nè ironìe tiere nè ipoteche. Per la sicurezza della Francia, « e necessaria la frontiera del Reno, frontiera mili-« tare, comprendete, e non politica. Per le riparaci zioni dovuteci, io domando l’occupazione della « riva sinistra del Reno fino all’integrale esecuzione « del Trattato. Il 7 aprile ho ottenuto di essere ascol-« tato in Consiglio dei Ministri. Invano ho doman-« dato di essere ascoltato dalla Delegazione fran- dattilografate: ne ho avuta una 44