RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE vecchie solidarietà contrattuali di politica estera, che il conflitto ha logorato, nuove cointeressenze dirette, intorno ad una sola politica interna, che è la prototipica e la perfetta, ideale e incomparabile, la loro; raccogliere a lato della Terza Repubblica, per permetterle di non agonizzare come la seconda, una rete di interessi materiali e associabili; da sola la Francia vive male, e in verità decade — decade di dentro. Questo è il consiglio ultimo dei suoi più accurati diagnostici. Ma saprà seguirli? Saprà spartire con altri i beni della terra? Saprà capire che la Germania, la grande nemica, per fronteggiare la quale a Parigi si chiamarono a raccolta fino al ’18 le Potenze maggiori e minori, sta diventando oramai per le altre Nazioni un’amica? Occorrerà un altro richiamo di eguale potente fascino europeo, che tocchi ciascuno nel lato debole, che abbia un valore positivo universale e prenda il posto deH’allarme les barbares! divenuto negativo! Quale? Se sia indovinato o no, nei riguardi delle future eventualità, questo concetto illusorio che i Francesi si son fatti negli ultimi anni della possibilità di gridare di nuovo all’arrivo degli « unni », è oggi difficile dire. C’è invece il fatto, facile a constatare, che i Francesi vogliono fare della loro politica interna una calamita. Paese « democratico », la Francia non è divenuta in questi due anni « reazionaria » per fronteggiare una minaccia, ma si è naturalmente ritrovata e scoperta tale. Era tale non ignorandolo, ma senza di- 366