RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE intransigenza, appoggiata se è necessario sulla for-za. L’Egitto è troppo prezioso, in pace ed in guerra, economicamente e strategicamente, perchè i servigi da esso resi possano essere considerati altrimenti che come ragione e giustificazione del passaggio dalla occupazione di fatto al protettorato politico. Basta ricordare la politica cotoniera inglese, per convincersi che solo da un vasto movimento di rivolta l’Egitto trarrà un giorno la forza per acquistare la libertà. Finché la lotta si svolgerà tra esso e l’Inghilterra, non c’è speranza di vederla concludersi col trionfo del nazionalismo indigeno. Lo scoppio della guerra europea ebbe immediate ripercussioni sul mercato egiziano del cotone, specie perchè la crisi lo colpi nell’epoca della raccolta e della vendita in Europa. Il corso della moneta e dei titoli subì uno scacco molto grave, ed il commercio del paese ne risentì le conseguenze. Da una media di 18 talleri il cotone piombò alla media di io. Le banche tagliarono i crediti, i capitalisti prestatori recuperarono rapidamente la loro moneta, gli stabilimenti di ipoteche sospesero le operazioni. In poche settimane, l’operoso fellah fu prossimo alla rovina; privo di mezzi propri per risollevarsi, tentò, con deliberazione della Camera del Commercio di Alessandria, di stabilizzare ad un prezzo unico tutti i contratti di cotone con l’impero; ma il governatore abolì la decisione, così che i mercanti di Li-verpool e Manchester continuarono ad acquistar molto al disotto del prezzo di costo. 276