RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE apparente rapido sviluppo sono il principale segno di riconoscimento dei piani politici destinati al fai-limento, perchè nati da una teoria pura. Ignoro se la definizione di Alpen-Reich sia stata fabbricata a Monaco od a Parigi, ma poco importa: questo è il nome che avrebbe assunto la monarchia cattolica dei Wittelsbach. Il Regno delle Alpi è stato ad un certo punto visto dal governo francese come la formazione, per affinità di interessi e per identità di razza e di sentimento, di una libera federazione, sotto un sovrano eletto, composto delle terre seguenti: Baviera, parte del Württemberg, Palatinato, Reno; circa quindici milioni di Tedeschi si sarebbero staccati dalla Prussia. Inoltre lo spirito di rivincita dei Bavaresi incapaci di considerare con animo realistico il fatto dei connazionali passati sotto la sovranità italiana, li ha alquanto disposti a studiare volentieri ogni progetto che, rafforzando un conglomerato di Tedeschi alpini, renda più facile perfino la riconquista dell’Alto Adige. Un elemento che ha complicato il tentativo e ne ha compromesse le sorti è il destino dell’Austria. Bisogna dire che vari gruppi bavaresi, che nei momenti di disordine sociale a Berlino considerano non impossibile il distacco, non hanno mai pensato di poter estendere il dominio della casa Wittelsbach fino a Vienna, come è ormai certo che ha pensato in qualche momento la Francia, nell’ipotesi che l’inclusione della cattolica Vienna nella Monarchia alpestre avrebbe dato ben altra importanza allo Sta- 214