« AMITIÉ » FRANCO-INGLESE PER LA TURCHIA E LA GRECIA non un’intervista, che non sarà accordata, ma una semplice « conversazione per privato orientamento », che m’impegno a non pubblicare. Il Premier si fa trovare allegrissimo, roseo e cordialone, elegante e originale, facondo e deciso. Gli espongo lo stato dell’opinione pubblica italiana di fronte ai pericoli di un aggravarsi della situazione mediterranea, il desiderio di tutti gli Italiani di vedere la Turchia lasciata libera di sviluppare il suo programma di riforme interne, l’irritazione che si produrrebbe del nostro Paese qualora dovessimo assistere all’insediamento della Grecia in quel distretto di Smirne, a cui l’Italia ha rinunziato in omaggio alla possibilità che Mustafà Kemal restauri l’ordine e l’equilibrio tra le influenze delle varie Potenze in Turchia, e finalmente concludo che, prima di veder aggravare le già pericolose condizioni della guerra greco-turca, l’opinione italiana vorrebbe fosse fatto uno sforzo per arrivare ad una soluzione pacifica, e poter affrettare il vero Trattato fra i vincitori e Turchia, visto che quello di Sèvres può considerarsi virtualmente caduto. Lloyd George mi risponde con delle frasi prive di contenuto, parla della necessità di mantenere il prestigio degli Europei nel Levante, dice infine che le giuste considerazioni dell’opinione pubblica italiana saranno tenute nel dovuto peso... Ma quanto è gentile! Uscendo, A. sorride con aria ironica e mi racconta questa storiella : ad altra persona, pare l’ufficioso Re-chid, che aveva consigliato di esperire le vie della pacificazione prima di scatenare l’offensiva greca, 251