Africa, Mandati, Gibuti: jamais, jamais, jamais. rale, di abbandono e rassegnazione generale, un fatto gravissimo di regime. I nostri politici e i nostri diplomatici sono indubbiamente dei patrioti, e posso e debbo dirlo io che ogni giorno li critico, li attacco, li scopro, li metto in imbarazzo, li spingo ad andarsene, — io che sono qui l’esponente di uno dei giornali italiani che esigono la vittoria politica assoluta e la rivolta agli « Alleati ». Sono patrioti, ma deboli: indeboliti dal regime parlamentare, dal lungo uso del consenso giornalistico acquistato con concessioni alterne e multiple, dalla lotta interna che hanno dovuto sostenere durante la guerra con il socialismo nemico della vittoria, dalla loro mentalità inguaribilmente giuridica e diplomatica, dalla loro incapacità a mantenere in ordine il Paese con energia e magari con la forza, dalla loro nessuna volontà di ricorrere alle forze giovani e rivoluzionarie che sono già coagulate, e che saprebbero a chi far capo. È in tutta Italia, il guasto. A che serve che Orlando adoperi la sua apprezzabile sottigliezza polemica e la sua sensibilità emotiva e dialettica, se non è un forte? Se non sa far cadere il pugno sul tavolo e battere le porte in faccia? A che serve che l’Ambasciatore Imperiali e 1 Ambasciatore De Martino stiano destreggiandosi egregiamente, con sveltezza di movimenti, con fierezza che non decampa ed energia massima nella lotta con gli avversari, se l’Italia tutta non è forte, non è compatta, non è intimamente decisa a qualunque costo a vincere questa assurda guerra diplo- 119