Borghesi e conservatori versagliesi nell'Europa Socialista naie. Il regime repubblicano è effettivamente debole — pensano insieme conservatori fedeli alle istituzioni e realisti che vorrebbero abbatterle —; solo, quella « vana prigione dorata dell’Eliseo », come la chiama Hanotaux, i millerandisti vogliono rafforzarla mutando la Costituzione, ma a beneficio del regime attuale; gli orleanisti invece mutando il regime di colpo. In nessun paese europeo esiste una corrente così contraria alle istituzioni e così contraria al tempo stesso al minimo danno che da un loro mutamento possa derivare al regime. Questo del monarchismo francese è un fenomeno unico. Neanche il più lontano paragone è possibile con lo stremenzito residuo di borbonismo che alcuni anni fa vegetava ancora nel nostro Mezzogiorno, e che la guerra ha stroncato. Basi storiche per un borbonismo serio, in Italia non ne sono mai esistite: il Borbone aveva regnato, e male, su una sola parte del Paese, e quindi l’Italia una non sapeva cosa farsi di una Casa regionale; inoltre subito dopo la caduta del regno napoletano, il partito borbonico divenne e si proclamò anti-italiano, pel fatto stesso che non riconobbe nè l'unità, nè Roma capitale, e si escluse volontariamente dalla vita della Nazione. Contro questo fenomeno di ribellione, sta il fenomeno degli Orléans e degli orleanisti di Francia, che è di sopravvivenza e di partecipazione alla vita della Nazione: è il fenomeno di un patriottismo aperto e leale: cade, di conseguenza, ogni stupore per il fatto che qui i realisti discutono a tu per tu col regime repubblicano. Essi 353 23