RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE di questo fattore di prim’ordine, di questa « uscita di tutela » della Nazione spagnuola, alla quale pò-tevansi dire e domandare, solo pochi anni fa, sacrifizi all’altrui potenza ch’essa rifiuta oggi, ferma, di sopportare? È probabile, poiché i Francesi conoscono a sufficienza la Spagna, mentre ignorano ad esempio completamente l’Italia. Ma fatto è che un errore grosso, più di psicologia che di politica, più di valutazione che di merito, assai più di falsa sensazione che di fondo, ha dovuto esservi, se è accaduto che la Francia è andata a chieder Tangeri alla Spagna, non potendo ammettere ch’era questa che veniva a chiedere all’amica vittoriosa il diritto di incorporare quel porto nella zona spagnuola, ora che la Francia ha mirabilmente regolate le condizioni generali del suo vasto dominio marocchino. I Francesi sono sempre sorpresi e quasi offesi, quando qualcuno, accanto a loro, cresce. Tangeri, aprile 1920 Bianca e leggermente misteriosa, sebbene tradita rapidamente dai suoi aspetti esteriori convenzionali e litografici, Tangeri domina dal suo Castello di roccia la baia profonda e bruna e il paesaggio costiero denso di sapore africano. Le estreme pendici del Djebel si sono lasciate fendere dalle stradicciuole anguste e rumorose della città, piccolo emporio mediterraneo caratteristico per la quantità e la diversità delle razze, dei costumi e dei mestieri della gente che vi si incontra. Un tempo molti Tedeschi, a